martedì 20 dicembre 2011

oggi butta così


Le ricerche vanno bene.
Oggi giornata di ozio, meritato direi. 
Questo brano lo dedico a me, ma anche a qualcun'altro.

venerdì 16 dicembre 2011

Sindrome di Stendhal


Maestro della città delle donne (e laboratorio), Parigi. Christine de Pizan presenta il suo libro a Isabella di Bavaria, Regina di Francia. 1410-1411.  da "Epître à la Reine Isabelle" . British Library"Harley 4431.


Ecco, quando studio, ho attacchi per troppa emozione anche una decina di volte al giorno. A volte anche più. 
Emozionarsi per lo studio e trovare Christine.


mercoledì 14 dicembre 2011

Buoni propositi già attuati

1) Iniziare una danza, la Danza d'Alderuccio
2) Ascoltare a tutto volume questo:

http://www.youtube.com/watch?v=y3w6vA0HXNM&feature=related

3) Caffé,finalmente!
4) Sentire un fratello che canticchia : "Voglio vivereeeeee cosìììììììììì, come un Bisooooooonte" e approvare convintamente
5) Destinare un bel biglietto di sola andata a persone che continuano a cercare di convincermi che dovrei rassegnarmi  definitivamente alla loro logica: Buon Viaggio!!!!!
6) Tirare fuori dall'armadio una gonna che ho amato dal primo momento e che non ho ancora indossato (in 2, dico 2, anni: que virguenza!) e fare prove finché non sarò in grado d'allacciarla.
7) Studio matto e disperato delle lingue.

Un V--------O è per sempre, come un diamante

Sicché buona partita.

martedì 13 dicembre 2011

Quanti giorni...

 non so, ma so per certo che le cose possono divenire. 
A volte in maniera inaspettata. 
Lascio alcune foto, degli ultimi giorni.


Cronaca.
Lasciata la famiglia. All'ultimo, la mamma con una scenetta da ragazzina che si crede molto furba e cattivella mi chiede se sarebbe da "asshole" propormi di farle una certa quantità di Tiramisù per fare bella figura alla festa con le maestre.
No, non è da asshole, è da scemi. Comunque assecondo questo suo desiderio.
Non ho rimpianti e non mi spiace aver lasciato la casa, solo che ho realizzato la cosa solo poco prima di andarmene. 
La piccola che forse non ha capito che non mi vedrà più mi ha salutata ripetutamente con una serenità tutta sua, mentre la mezzana era arrabbiata con me e ha sperato di non vedermi più.
La grande una personcina straordinaria, prima ha detto che probabilmente sarei tornata da loro poi, sapendo che sono insegnante, ha chiesto cosa auguro ai miei studenti quando li lascio.

Ho risposto che se ci fosse stata un'altra maestra avrei sperato fosse una brava maestra, una persona che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutare i miei studenti a rendersi migliori, a farli sentire sicuri nella loro crescita e un po' meno soli nella ricerca che porta alla realizzazione di sé.

La visita a un'amica ha dato impressioni di possibilità di un modo diverso in cui guardare il tutto.
Forse solo la differenza tra me e loro ha portato a grandi fraintendimenti. 
Può essere.
Dare gli avanzi di una cena, conservati in frigo per cinque giorni, alle bambine mi suona comunque poco fraintendibile.

Ho visto cose belle, ho cercato di fermarle, una volta non fotografavo, se lo facevo nono sviluppavo i rullini. 
Ora penso che valga la pena conservare cose belle. 

Il viaggio per il ritorno ha avuto come terza tappa l'incontro con un vecchio amico con cui c'è stato un po' d'attrito, in un quarto d'ora ci siamo detti quel che ci aveva rispettivamente ferito e ci siamo rappacificati.

La quarta tappa: una cena a casa d'amici. Abbiamo cucinato insieme e bevuto vino, parlato di varie cose ed eravamo sereni. Speravo si potesse realizzare un mio desiderio. Forse non è ancora tempo o lo è già stato e non me ne sono accorta.

Il viaggio ha continuato per Brussel, che se a primo impatto mi era sembrata una misurata tragedia che mostra i segni di un'antica ambizione declinata (una dimessa reazione allo scorrere della vita) poi mi ha sorpresa con una strana e discreta vivacità, una sensibilità certamente diversa da quella olandese che finora ho conosciuto.

L'umanità è varia, come in un fiume non ci sono due gocce d'acqua uguali, ma alla vista tutto scorre e non pensiamo ad altro, a questo mi ha fatto pensare Brussel.
Ho avuto un po' paura a scoprirmi una sicurezza, nel dare giudizi, che non posso permettermi.

In aeroporto ho avuto come compagna di sedile una donna stupenda, ma mani forti come quelle d'uomo, Amal: che parla solo arabo e nederlandese; ha capito che avevo una certa dimestichezza con le notti in aeroporto. 
Ha usato, come me, la valigia per poggiare le gambe e il cappotto come coperta. Senza parlare ha fatto capire che avrebbe gradito poggiare la sua testa sulla mia spalla. 
Ho saputo la sua storia solo quando un'altra donna, sua conterranea che ha vissuto in Spagna per dieci anni, si è aggiunta a noi e ha iniziato a parlarmi.
Un viaggio verso la terra d'origine dopo 10 anni che ha vissuto in Belgio come clandestina, senza poter vedere una parte importante della sua famiglia. Torna per vedere i parenti, per un funerale. Scoprirsi avanti con gli anni e rimanere soli.

L'umanità è varia. Ho una nuvola nel cuore. 
I viaggi hanno sempre qualcosa di bello da offrire. 
Riabbracciare la mia famiglia è stata una cosa meravigliosa.

    Brussel, sul Palazzo di Giustizia: "basato sui fatti disponibili (in caso di dubbi)"


    Cigni ballerini.


    L'ultima luna lasciando la famiglia


     Almere, un canale.


    Non potevo far mancare una foto delle nuvole viste dall'alto, dove praticamente è posizionata la mia testa...

giovedì 8 dicembre 2011

bah



Per fare questa foto, martedì ho rischiato di finire sotto un tram e due macchine e non è venuta nemmeno bene.

Per fortuna stasera abbiamo fatto i biscotti da appendere al'albero:


Le farfugliotte si sono proprio divertite. Anche io, ovvio.
Ora che sto per partire ho pensato intensamente:
 "H. perché lo fai, perché hai questa abitudine di conservare i resti della cena anche 10 giorni? 
Ogni sera cucini e lasci gli avanzi fuori dal frigo o dentro; li custodisci gelosamente per gettarli via solo quando non c'è più spazio nel frigo.
Perché ultimamente propini gli avanzi di anche 5 giorni alle tue bambine? 
Perché così poca verdura e frutta? 
Perché quando fai la spesa acquisti stock "convenientissimi"  di schifezze prive di qualsivoglia proprietà organolettica da propinare alle tue bambine per il pranzo a scuola? 
Perché tutto ciò e molto altro? 

La risposta non si è fatta attendere, quando H. è arrivata ha iniziato a dire:
 "Mi piace preparare una cena abbondante e lasciare nel frigo quello che non mangiamo, così non faccio fatica il giorno dopo a cucinare". Lo ha detto mentre mi preparavo una minestra di verdure. Fresche.
Lo ha detto come a intendere quel che facevo fosse una cosa non del tutto gradita, come a intendere che la sua fosse quasi una cortesia.

In qualche modo ha dato conferma al mio sospetto che i resti, gli avanzi fossero per me, una sorta di obbligo a mangiare quello e non altro nel SUO frigo.

Allora le lenticchie  affogate nel loro brodo che sono da più di 6 giorni nel frigo e che ha preparato suo marito sono per me, stanno in attesa che io ghiottamente mi ci tuffi? 

Cosa posso dire? 

mercoledì 7 dicembre 2011

Per una lira - Storie di viaggiatori

Parlare fino a esser proprio stanchi e scoprire che sono le 5.30 del mattino. Appena conosciuti. 
Una cosa che non accadeva da tempo. 
Storie di viaggiatori, confronti educati sui punti di vista. 
Le persone, le cose, le circostanze belle esistono, bisogna andare un po' oltre al proprio naso. 
Quest'ultima un'espressione che meriterebbe un post a parte. 

Bello sapere che ci sono immigrati che arrivati in Italia trovano altro dal proprio immaginato e scappano per timore di esser preda di deviazione. Per non perdere la vera bussola che ognuno ha ed è custodita nel cuore.

Che possiate avere tutti una giornata meravigliosa.

"ma perché tu non ti vuoi azzurra e lucente?" L. B.

lunedì 5 dicembre 2011

Si, Viaggiare...

Vivere vicino a un aeroporto può a volte presentare inaspettate sorprese

Anche una serata con amici


Un ritorno a casa prendendo una strada diversa


Scoprire che anche se un giorno ti svegli con la luna storta e guardi in basso, il cielo ti sorride


Trovare la bellezza in ogni giorno.

Uno degli obiettivi nella mia lista mentale degli obiettivi.



Tipo scoprire che c'è qualcuno che ha un guardiano a cui poter affidare il proprio bar in attesa dell'apertura.

venerdì 2 dicembre 2011

Errata corrige

Dove è scritto: "Ufficialmente a cercare fortuna, di fatto per inseguire una chimera" leggere: "Ufficialmente a cercare una chimera, di fatto a conseguire la Fortuna".

Sarebbe bello...

Iniziare a scrivere su un nuovo blog di qualcosa davvero seducente, stimolante, toccante, se non altro vagamente pertinente con il tema. 
Invece il primo post è dedicato alla mia sovrana ignoranza e alla urgente necessità di comprendere come funziona blogger. 
Ora, prima che qualcuno scovi questa pagina e la accartocci virtualmente dopo aver letto le prime 6 righe, colgo l'occasione per scrivere un po' di me.

Sono passibile di una banale catalogazione tra le più in voga negli ultimi anni in Italia: 
sulla trentina (anagraficamente, non sto calpestando una persona oriunda del Trentino), un pochino disoccupata, laureata (cioè, forse equipollente, ma non ne sono ancora convinta), mi arrangio a parlare un paio di lingue e al momento mi trovo all'estero.
 Ufficialmente a cercare fortuna, di fatto per inseguire una chimera.

Al momento sono Au pair, e l'attività che prima mi terrorizzava, invece ora mi piace parecchio. Mi occupo principalmente di una biricchina di due anni, ma anche delle 2 sorelle maggiori. 
Se lo sapesse "nonsolomamma" forse proverebbe un po' d'invidia, ma io le faccio scatenare come fossero maschi perché "chi ha il pane non ha i denti". 
Del resto è troppo spassoso farle penzolare a testa in giù e scatenarci in battaglie coi cuscini saltando sui divani o in balletti improbabili in cui vince chi si dimena di più.

Leggo parecchi libri, normalmente, per questo adoro questa vacanza intellettuale e comunque le mie interlocutrici del momento non potrebbero che sbadigliare a sentire cosa ne ho tratto. 

A voi la scelta: seguire, non seguire? Comunque vada, se non altro ho modo d'esprimere questo paradosso che mi porto dalla nascita e a cui hanno affibbiato una precaria identità.